Nel crollo postmoderno dell’ordine temporale in rapida disgregazione socio-culturale, la storia presente si muove liberamente e riproduce se stessa in una “giustapposizione” spaziale sempre nuova. La possibilità di collegare visioni e impressioni diverse sottintende l’esistenza di una pluralità infinita di “accostamenti” (e di “approcci”) tra le cose, gli individui e le immagini. All’asserzione profonda della visione moderna si è sostituita la mobile superficie dell’accostamento postmoderno. Anche le immagini, disposte simmetricamente nel confronto duale, creano e ri/creano altre storie, si intrecciano intimamente e plasticamente, generando immagini dalle immagini e nelle immagini.
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